La settimana scorsa ad un press screening ho avuto l`occasione di vedere l`ultimo film di Oshii Mamoru, The Sky Crawlers. Mi aspettavo un drammone, viste anche le voci dei protagonisti, e invece Oshii mi ha sorpreso ancora una volta.
Quanto a simbolismo e atmosfere siamo a livelli di Innocence e Tenshi no tamago. E` forse il film piu` tarkovskyano del regista nipponico. In attesa di scrivere una recensione (forse per Il Manifesto) ecco qui il trailer e qualche impressione/delirio:
Il verde e la monotonia del paesaggio terreno (modellato su ambienti polacchi e irlandesi) contro la violenza dei combattimenti in cielo (realizzati in 3d) .
Un`ossessione incredibile per le piccole cose, aprire un frigo, piegare un giornale, aspettare il proprio turno per andare a combattere. Grazie anche alla musica quasi assente ed a una cura maniacale per i rumori, il passare del tempo assume toni di una meditazione zen. (Nel corso del tempo di Wenders, qualche film di Jarmush)
Il film e` anche una riflessione sulla necessita` della violenza, la necessita` del sangue come fondamento della civilta`.
Un personaggio si chiama fuko, che e` la resa in katakana di Foucault…..
Se il tempo si ripete sempre ciclico senza un fine , perche` continuare ad andare avanti? Cercare la Differenza nella Ripetizione.
Ne riparleremo.
E’ uno dei film che mi interessa vedere. Sinceramente, ben piu’ dell’ultimo Miyazaki.
si, merita
soprattuttutto di esser rivisto
o anche solo visto per il piacere della visione pura e semplice
Un’altra pellicola che mi piacerebbe parecchio vedere è 20th Century Boys; dovrebbe essere una notevole trilogia. Il primo film sarà distribuito nelle sale cinematografiche francesi.
e in Italia? lo portiamo noi ?
…….
Mah! Puo’ darsi che se in Francia avra’ un sufficiente successo arrivera’ pure in Italia.
Ho pochi contatti con il mondo della cinematografia, ma non si sa mai… 😀
il Far East sarebbe ideale, ma e` troppo in la` con i tempi…..
Credo che puntino a qualche festival piu’ importante come Berlino o Venezia.
Il Far East, purtroppo, di solito per le grandi produzioni rimane una seconda scelta anche perche’ come esposizione mediatica mondiale e’ inferiore.